http://ex-naripolp.livejournal.com/ ([identity profile] ex-naripolp.livejournal.com) wrote in [community profile] mmom_italia2011-05-06 09:36 pm

[Sherlock BBC] What you feel isn't always what you want

Titolo: What you feel isn't always what you want
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: John Watson (Menzione di Sherlock Holmes, Sarah Sawyer)
Betareader: [livejournal.com profile] mikamikarin 
Rating: R
Avvertimenti: Wank wank wank \o\
Conteggio parole: 834 ( [livejournal.com profile] fiumidiparole )
Riassunto: Slaccia il bottone dei pantaloni e lascia che la mano scivoli dentro, ad accarezzarsi attraverso la biancheria. Davanti a lui i fianchi candidi di Sarah ondeggiano, il suo sedere tondo si muove e scalda l’aria. L’altra mano si poggia sullo stomaco, muovendosi in cerchi lenti ampi; sente il calore salirgli alla testa, rilassarlo dopo una giornata lunga e stancante.
Note:
1. Scritta per il [livejournal.com profile] mmom_italia <3
2. Stavolta tocca a John. Confuso sessualmente a 39 anni. Ma ancora non lo sa.


John sospira pesantemente, lasciandosi andare sul letto. La casa è avvolta in un silenzio surreale, grazie a Sherlock che è dovuto scappare per un nuovo caso nemmeno mezz’ora prima che lui tornasse, incapace di aspettarlo.
Cadavere mutilato a Hampstead Heath, nulla di speciale, probabilmente lo psicopatico scappato dall’istituto di igiene mentale dodici giorni fa. Non aspettarmi per cena. SH
Per una volta gli darà retta. Chiude gli occhi e si lascia cullare da un’insolita giornata calda, la primavera agli sgoccioli che fa spazio al bel tempo, o almeno così spera.
C’è Sarah che gli sorride, dietro le palpebre. Lui ricambia e agita la mano a mezz’aria, vedendola avvicinarsi lentamente, quasi sospesa a mezz’aria; ha le guance rosse come mele, la pelle umida di un sudore che sa di dolce. Quando è davanti a lui, tende le braccia e lo stringe al collo, poggiando le labbra sulle sue e aspettando che lui la apra come una rosa.
John riapre gli occhi, leccandosi le labbra. Ha passato tutta la giornata a guardarla chinarsi per recuperare le cartelle dei pazienti dall’archivio, ad osservare la sua gonna di cotone ondeggiare ad ogni movimento e sfregarle sulle gambe. La loro relazione va avanti da così poco e così male – perché non ci sono altri modi per definire un rapimento con rischio di morte annessa che doveva essere un tranquillo, tenero, piacevole primo appuntamento – che è assolutamente certo che non durerà.
Meglio godersela finché resiste.
È davvero una fortuna che Sherlock non sia in casa. Non che sia mai stato un problema, ma si sente molto più libero se sa di non rischiare nessuna interruzione.
Slaccia il bottone dei pantaloni e lascia che la mano scivoli dentro, ad accarezzarsi attraverso la biancheria. Davanti a lui i fianchi candidi di Sarah ondeggiano, il suo sedere tondo si muove e scalda l’aria. L’altra mano si poggia sullo stomaco, muovendosi in cerchi lenti ampi; sente il calore salirgli alla testa, rilassarlo dopo una giornata lunga e stancante.
I primi gemiti risalgono dallo stomaco e abbandonano le sue labbra, e sotto la biancheria si sente diventare duro. Lascia che la mano si intrufoli dentro le mutande, stringendosi alla base e risalendo piano col pugno più chiuso possibile. Sarah è sopra di lui, avvolta da veli leggeri, che molleggia sulle gambe e lo lascia affondare in lei, stretta, calda, meravigliosa. I suoi gemiti formano il linguaggio di una qualche divinità, qualcosa che le sue orecchie non captano, e che invece il suo corpo interpreta e rielabora scuotendolo di piacere.
È il paradiso.
John solleva le mani e le poggia sulle cosce, lasciandole scorrere piano. Un brivido gli percorre la schiena e spalanca virtualmente gli occhi, perché non è quello che si sarebbe aspettato di sentire toccando Sarah. La peluria sulle gambe è più folta, più grossa. Sente qualcosa di caldo sbattere ritmicamente sul suo basso ventre, mentre la sua erezione si fa spazio in un’apertura sempre più stretta. Gli occhi risalgono seguendo la linea piatta del ventre, il seno che si è riassorbito per dar spazio a un petto mascolino, un ciuffo rado di peli al centro.
Sherlock.
La mano si blocca per qualche istante, mentre gli occhi stavolta si aprono per davvero, a guardare il soffitto per cercare di allontanare il pensiero.
Ma il suo corpo non è d’accordo – l’erezione trema nella sua mano, gocce di sperma che rotolano lente e si bloccano a metà strada mentre il corpo si scuote per chiedergli di più. John deglutisce con forza e riprende a muovere la mano con forza, inarcandosi e gemendo, gli occhi di Sherlock che gli martellano in testa e lo guardano dall’alto in basso e il suo sedere sodo che sbatte ritmico contro le cosce.
È solo la stanchezza, pensa, gemendo acuto.
Una, due spinte, e il gemito diventa un rantolo lungo e carico di piacere, mentre l’orgasmo si riversa nella sua mano e stare scoperto dal basso ventre in giù diventa improvvisamente imbarazzante. John respira a pieni polmoni, contando mentalmente fino a dieci per darsi una calmata.
Non ci riesce.
È un medico militare, non uno psicologo. Non capisce assolutamente che diavolo sia appena successo, e il suo sperma nella mano rende le cose ancora più difficili. Si schiaffa la mano pulita contro la fronte, sospirando pesantemente.
Deve essere soltanto la stanchezza.
Il rumore che sente dalla cucina lo obbliga a pulirsi velocemente e a buttare i fazzoletti sotto il letto, in attesa di un momento migliore per buttarli via. Sfrega le mani sulla faccia, implorando che non sia-
“John?”
Troppo tardi.
A fatica, John si alza dal letto, concedendo al suo coinquilino l’unica visione del suo viso sconvolto. “Già a casa?”
Sherlock è voltato verso il tavolo, che traffica con fogli di giornale. John prega con tutte le sue forze che non si giri.
“Lo abbiamo trovato in stato confusionale. Noioso.” Di nuovo le sue preghiere vengono ignorate. “Sembri sconvolto, è successo qualcosa?”
Immediatamente si schiarisce la voce, la mano che involontariamente sale a coprirgli la bocca. “No. No è tutto ok.”
In risposta il consulente alza le spalle, lasciandolo alle sue cose e sparendo in bagno.
John si chiede se non sappia già tutto.